Esercizi spiriturali della musica by Unknown

Esercizi spiriturali della musica by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis
pubblicato: 2020-12-09T16:16:24+00:00


figura 10

Sonny Rollins

Get Happy

figura 11

Stan Getz

I Want to Be Happy

Possiamo sentire la divergenza tra la felicità morale e la felicità vitale ascoltando due interpretazioni di Get Happy e I Want to be Happy. Allo stesso tempo ci troviamo davanti a due individualizzazioni, una dell’atteggiamento stoico, l’altra dell’atteggiamento epicureo. Get happy suonato dal grande sassofonista Sonny Rollins è pieno di tensione morale; sentiamo l’atteggiamento stoico plasmato dalla stilizzazione individuale di Sonny Rollins. I Want to be Happy suonato da un altro grande sassofonista, Stan Getz, con il trio di Oscar Peterson, trabocca di gioia esistenziale, è l’atteggiamento epicureo plasmato dalla stilizzazione individuale di Stan Getz.

Devo concludere: per finire vorrei farvi una confessione filosofica. Sin da giovane sono divenuto, e sono sempre rimasto, uno stoico. La mia vita era contraddistinta dall’attenzione e dalla tensione morali. La mia felicità era il risultato della vigilanza morale, senza nessun’indipendenza, e la mia cura di sé era una cura, diciamo, ascetica nel senso di un interminabile lavoro etico su me stesso. Più vecchio, e sempre teso da questo stato d’animo, ho cominciato a sentire la mancanza della gioia di vivere epicurea, una felicità non derivata, ma valida di per sé. Ho cominciato ad assimilare l’osservazione di Hadot: “lo stoicismo e l’epicureismo sembrano proprio corrispondere a due poli opposti ma inseparabili della nostra vita interiore, la tensione e la distensione […] la coscienza morale e la gioia di esistere”188.

Non ho mai pensato alla possibilità di abbandonare il mio stoicismo, ma alla necessità di creare uno spazio esistenziale per una certa forma di epicureismo. Il rigorismo stoico non è più sufficiente e quando non percepisco il valore intrinseco del piacere di esistere, mi ricordo un brano di Jean-Jacques Rousseau, spesso citato da Hadot:

Il nudo sentimento dell’esistenza, privo di ogni altra affezione, è di per se stesso un sentimento prezioso di soddisfazione e di pace, sufficiente a rendere l’esistenza gradita e soave a chi sia in grado di allontanare da sé tutte le impressioni sensuali e terrene che continuamente ce ne distolgono e turbano la dolcezza della vita di quaggiù.189

Tuttavia, devo ammettere che ho ancora delle difficoltà (sto parlando di difficoltà filosofiche) a trovare la pura gioia di esistere e talvolta le parole di Rousseau non mi bastano. Nei momenti in cui le preoccupazioni quotidiane mi assillano e le tensioni delle inquietudini non mi lasciano più, provo a far riemergere le sensazioni della felicità epicurea. Almeno per me, la terapia filosofica più efficace per ritrovare la pura e semplice gioia di vivere, la si incontra nella musica. Allora vi lascio con un pezzo di questa terapia spirituale e spero che capirete e sentirete anche voi il senso della gioia di vivere. Non posso ballare, è ovvio, ma posso ballare mentalmente, e lo faccio ogni volta che sento questo trio di Stephane Grappelli, Joe Pass e Niels-Henning Ørsted Pedersen. Il pezzo si chiama It’s Only a Paper Moon [figura 12]190.



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